Angelo Muriotto e il Neodinamismo Angelo Muriotto nasce a Foggia nel 1937, ma la sua attività artistica inizia quando ha 72 anni. Inizialmente colloca strutture recuperate, prevalentemente di vetro su basi di plexliglass. Successivamente applicando la matematica e la fisica trasforma il suo mondo inserendovi un ulteriore gamma di oggetti, di materiali eterogenei. Il suo laboratorio si trasforma in un laboratorio di analisi in cui si può incontrare anche la teoria quantistica. I suoi oggetti in base al primo e secondo postulato di tale teoria si modificano e si relazionano anche se nell’opera sono distanti tra loro. Nel 2017 formula il concetto di Neodinamismo, in cui la relazione tra vuoto, forma e pieno, rappresenta il cardine di una nuova indagine estetica. Crea pieni e vuoti che si possono reinserire all’interno l’uno su l’altro, e quindi l’opera può essere riportata all’ origine. Viene scoperto da Giovanni Faccenda che lo classifica fra i più geniali artisti da lui trovati. Scrive che in circa 10 anni di fecondo impegno, sperimenta una infinità di tecniche e materiali, rappresentando il cardine di una nuova ricerca estetica. Il suo volume “Neodinamismo” rappresenta 150 opere e viene curato da molti critici, fra cui lo stesso Faccenda, Fortunato D’Amico, Gaetano Salerno, e Cesare Orler, proprietario delle omonime gallerie d’arte (in cui lavora lo stesso Faccenda) con cui fa anche televendita. Muriotto stesso in un documentario sulla sua vita, trasmesso da tele Orler, dichiara di essersi ispirato a Duchamp e Lucio Fontana e che il Neodinamismo non spiega niente, manomette la materia per fare della forma originale una forma finale. Fa dell’arte una vita in cui esiste più il concetto e meno l’espressione. In questo modo non trasmette sensazioni o emozioni ma comprensioni. La sua arte mi intriga molto e forse farò qualcosa in plexiglass, una via di mezzo fra Muriotto e Balla. Francesco Panerai