ALIENI 2, LA VENDETTA Lungo la dorsale che divide la Terra dalla stella Vega, nei miei numerosi viaggi per la Galassia, ho incontrato varie forme viventi sia umanoidi che meccaniche. Oggi vi voglio parlare di una di quest’ultime. È formata da una scatola gialla con visore a led neri e una fessura, in basso, dove si introduce il marcatempo per stabilire se si può viaggiare ancora o meno. Il marcatempo si chiama biglietto orario e dura circa 70 minuti terrestri. Il problema di queste macchinette che da ora in poi chiamerò obliteratrici, è che l’inizio del viaggio comporta una obliterazione che non sempre risulta essere esatta. Per esempio mi sono accorto che in alcune tratte come con il vascello CS2, la macchinetta oblitera un’ora prima. Conoscendo le leggi cosmiche, a dire il vero non ci sarebbe nulla di male, solo che gli autoveicoli spaziali, non mi pare viaggino ad una velocità superiore a quella della luce. Quindi il dilemma è questo: le macchinette sono state programmate a dovere o no…? Se si rivolge questa domanda all’alieno che sta alla guida, quello che si ottiene è “Ce lo scriva lei l’orario sul biglietto…” o “Toh, è l’orario giusto…” L’incomprensione deriva dal fatto che agli alieni guidatori non importa un gran ché se si intravede la possibilità di prendere una salata multa (vedi scorso articolo “Alieni, alieni...). A me invece importa molto e mi domando cosa faranno quegli ignari viaggiatori che non controllano l’ora sul biglietto. Se cambiano autobus, credendo di avere l’orario giusto, senza una giustificazione, possono prendere la multa (se rimanessero nello stesso vascello basterebbe controllare il marcatempo della macchina gialla). Con tutte le innovazioni che ci sono al giorno d’oggi, non si potrebbe prendere l’orario in automatico via satellite, come fanno le piccole sveglie es. marca ORION (pubblicità occulta). Ma speriamo che qualcosa, non so se umano, si muova e che ci sia un cambiamento di rotta stellare, oserei dire… Ciao alla prossima puntata di questo affascinante mondo dei trasporti stellari. FRANCESCO PANERAI