IL VERROCCHIO a cura di FRANCESCO PANERAI Il Verrocchio a Firenze Dal 9 marzo al 14 luglio 2019 palazzo Strozzi celebra Andrea del Verrocchio, artista simbolo del Rinascimento a Firenze. Le opere ( 120 ) fra dipinti, sculture e disegni provenienti da molte nazioni del mondo sono affluite a Palazzo Strozzi e al Bargello, con una parte presente agli Uffizzi. L’esposizione è curata dai 2 dei massimi esperti dell’ arte del quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea dei Marchi; si colloca nella scia delle celebrazioni dei 500 anni di Leonardo da Vinci, e forma una retrospettiva, unica, del Verrocchio. Verrocchio si forma nell’ ambiente poliedrico delle botteghe fiorentine del 400 in oreficeria. A 20 anni trovò una nuova prospettiva nell’ esercizio della scultura del Marmo nella bottega di Donatello. Questa fù la svolta che maturò Verrocchio. Riuscì a catturare i moti dell’anima e del corpo e a diffonderli nei suoi busti femminili ( innovativo inserimento di braccia e mani nelle sculture ). Il Verrocchio nella sua vita fece l’orafo, l’architetto, il musicista, lo scenografo e il creatore di macchine. Leonardo sarà uno dei suoi allievi e fu da subito scoperto come artista eccelso. La mostra di “Verrocchio maestro di Leonardo” pur copiosa di opere è in realtà contenuta nelle dimensioni, ben leggibile, sobria nell’allestimento e sorretta da un sintetico commento verbale, presente accanto alle opere. Un gruppo di persone, noi , una decina, con tre educatrici dell’ Asl, siamo andati a Palazzo Strozzi il 20 maggio. Fin dall’ inizio si è rivelata l’equilibrata distribuzione delle opere legate assieme dallo stesso ragguppramento: i busti femminili, i ritratti eroici, e la tipologia della madonna con il bambino. Ora l’ ultimo squarcio della figura del Verrocchio è mirato ad una scultura in terracotta (Madonna col bambino) la cui difficile attribuzione è stata elemento di discussione almeno fino ad oggi (forse). Della figura infatti, attribuita a Leonardo da Vinci, si notano, tipicamente verrocchiane, le gambe sotto i panni, la testa che si volge verso l’esterno e l’acconciatura elaborata. Mentre di Leonardo la impostazione in diagonale della scultura, il librarsi delle vesti nel vento, vorteggianti come mosse da un piccolo “elicottero” e quel segno tipico , il sorriso beffardo, che si ritroverà nella Gioconda. Quello che bisogna dire in primis è che nella bottega del verrocchio tutto era condiviso e che le opere potevano essere portate a termine da diverse mani, in cui condivisione, collaborazione e scambio erano presenti tutti i giorni. Leonardo e il Verrocchio si ritrovarono legati anche nel carattere. Erano 2 artisti poliedrici, molto sfaccettati, in possesso di una ampia gamma di competenze e di una manualità adeguata a diverse forme di elaborazione. Il Verrocchio, imprenditore indaffarato e accorto, capace anche di accaparrarsi l’opera di collaboratori, per il soddisfacimento delle commissioni. Quindi una sovrapposizione di opera vinciana e del Verrocchio potrebbe essere stata attribuita per errore dal Victorian and Albert Museum ad uno altro artista. Da: 1) Vasari : Il Verrocchio. 2) Claudio Strinati : Il rinascimento da Brunelleschi a Raffaello. 3) intervista ad Arturo Galansino e Paola d’ Agostino, “Verrocchio il Maestro di Leonardo” 4) Dialoges L’opera del lunedì “Leonardo da Vinci” 5) Gilietta Dagli Regoli: ipotesi e problemi ( 17/3/2019) 6) Televisione Toscana, A Firenze una Mostra sul Verrocchio. IL VERROCCHIO a cura di FRANCESCO PANERAI Spazio libero GIUGNO 2019 Pagina